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ZURIGO«Tutti spacciano il Diaphin»: cosa c'è di vero

04.05.24 - 17:59
La consegna settimanale del sostituto dell'eroina avrebbe dato il via a un vero e proprio mercato nero. Un consumatore non ci sta
20min/Letizia Vecchio
Fonte Letizia Vecchio / 20min
«Tutti spacciano il Diaphin»: cosa c'è di vero
La consegna settimanale del sostituto dell'eroina avrebbe dato il via a un vero e proprio mercato nero. Un consumatore non ci sta

ZURIGO - Il commercio illegale di Diaphin, la sostanza usata come sostituto dell'eroina e somministrata ai tossicodipendenti nel loro percorso di disintossicazione, sta fiorendo nella zona della stazione di Zurigo Centrale. Secondo un reportage della SRF, parte delle razioni distribuite settimanalmente dal centro per il trattamento delle dipendenze Arud vengono vendute e vanno ad alimentare un vero e proprio mercato nero. «Lo fanno davvero tutti» ha dichiarato un individuo citato nel servizio. Il denaro ottenuto viene spesso utilizzato per l'acquisto di altre droghe.

I vantaggi della consegna settimanale - Al centro della questione c'è la cadenza settimanale delle consegne. Tra i sostenitori di tale consuetudine c'è R.* Il 22enne, che sta combattendo la propria dipendenza dallo stupefacente, ha spiegato ai colleghi di 20 Minuten di essere in grado di condurre una vita relativamente normale e autonoma. Il non doversi recare quotidianamente al dispensario è per lui un grande vantaggio. «Grazie al programma, il consumo è diventato una questione secondaria nella mia vita. Se dovessi andare ogni giorno ad Arud, non potrei lavorare, viaggiare o addirittura spostarmi».

Le ragioni della dipendenza - R. è scivolato nella dipendenza a scuola e ha iniziato a fare uso di oppioidi all'età di 14 anni. Ha iniziato con l'Oxycontin, un farmaco con un forte effetto euforizzante e analgesico. «Ho ordinato le compresse sul darknet». All'inizio le prendeva solo nel weekend, poi anche durante la settimana. «Dopo due anni mi sono reso conto di quanto fossi diventato dipendente, fisicamente e mentalmente».

Quando gli viene chiesto cosa l'abbia spinto a farlo, dice: «Ho sempre cercato una spinta estrema, avevo bisogno di qualcosa di più. Le pastiglie mi davano soddisfazione, ma solo all'inizio. Ero sicuro di poterlo controllare». Non ha funzionato. R. spera ora di riuscire prima o poi a smettere, grazie al sostituto.

La proposta mensile - La distribuzione di Diaphin è stata estesa a una settimana durante la pandemia di coronavirus e da allora non è più stata ridotta. Che ne pensa R. delle accuse di spaccio nella zona della stazione? Respinge con forza l'accusa di essere tra coloro che spacciano parte della propria fornitura e anzi fa una proposta che va nella direzione opposta: vorrebbe ricevere una razione non settimanale, ma mensile. «Questo mi darebbe maggiore autonomia. Si fa già così con sostanze come la morfina e il metadone». Anche se R. vorrebbe condurre una vita libera dagli oppioidi, attualmente è dipendente da queste sostanze. «Non è giusto che questa piccola percentuale» dedita allo spaccio «danneggi la reputazione dell'intero programma»

Non è vero che «tutti spacciano» - Ma è proprio vero che «tutti spacciano»? La SRF ha interpellato Thilo Beck, co-responsabile della psichiatria di Arud. Egli afferma che solo una minima parte rivende effettivamente le pastiglie e conferma questa affermazione a 20 Minuten. «Si tratta di circa il 5-10%, coloro che sono gravemente dipendenti e instabili». In questi casi, il centro lavora a stretto contatto con la polizia, che effettua controlli regolari, anche in borghese. «Inoltre, il nostro servizio di sicurezza pattuglia il sito e i suoi dintorni e segnala eventuali abusi. In questi casi, le forniture vengono immediatamente bloccate».

Il programma funziona - Beck spiega che il programma sta funzionando. «La maggior parte dei nostri pazienti conduce una vita regolare. La consegna settimanale ha cambiato molte cose in meglio per loro». Lo si è visto, per esempio, dai risultati di un sondaggio: «Molti dei pazienti Diaphin hanno detto che non avrebbero mai immaginato che la vita potesse essere così migliorata con questa nuova libertà». Per questo motivo il medico è favorevole all'aumento del termine a 30 giorni. «La legge che attualmente ancora lo vieta deve essere rivista dal punto di vista medico».

* Nome noto alla redazione.

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